Sin dall’infanzia la nostra cultura ci insegna a dividere mentalmente ciò che è ‘buono’ da cio’ che è considerato ‘cattivo’, sconveniente, inadeguato.
Ci misuriamo e ci orientiamo in base alle considerazioni e agli insegnamenti dei nostri genitori che cerchiamo di assecondare e compiacere, deprivando molte volte le parti di noi che ai nostri genitori non piacciono, per paura di perdere il loro amore.
Ci è stato insegnato che piangere è segno di debolezza. Non solo…la paura?
Quando un genitore dice : ”non c’e’ nulla di cui avere paura”; proprio in quel momento sta sottovalutando l’ emozione del figlio e il messaggio che trasmette è ‘tu sei sbagliato’.
Si potrebbero fare molti esempi, più esemplificativi, di messaggi che riceviamo e che ci condizioneranno nel corso della nostra crescita.
Le nostre parti considerate negative vengono riposte nella nostra parte inconscia, quel posto ‘misterioso’ dove riponiamo tutto ciò che non amiamo o non vogliamo accettare.
Mi viene in mente l’immagine di una vecchia soffitta polverosa e buia dove taluni sono soliti nascondere le testimonianze di qualcosa che li ha fatti soffrire, tracce tangibili di esperienze che vogliono dimenticare.
In realtà tutto ciò che tentiamo di celare rimane apparentemente inascoltato poiché più tentiamo di mettere a tacere le parti di noi che non amiamo e più queste prenderanno il sopravvento mascherate da emozioni distruttive come la rabbia, l’ invidia il risentimento e la paura.
Ma sono davvero solo cose negative quelle che reprimiamo?
Non tutti siamo consapevoli del fatto che i contenuti dell inconscio possono essere anche altro:
la spontaneità, l’esuberanza, talenti e risorse represse perché non considerati ‘socialmente’ adeguati.
Provate a immaginare: un ragazzino che solo 30 o 40 anni fa aveva come desiderio più grande quello di studiare per diventare ballerino! Un maschio con la calzamaglia? IMPOSSIBILE! C’e’ molto altro da fare, di più ‘adeguato’ ovviamente!
Quante volte ci siamo limitati o siamo stati limitati nell’esprimere passioni, talenti o delle naturali predisposizioni. Anche in questo caso gli esempi si sprecherebbero.
Recuperare e portare alla coscienza tutto ciò che in maniera inconsapevole abbiamo ‘sotterrato’, è il primo e significativo passo per riconoscere ciò che ci appartiene realmente.
Accettiamo ciò che riteniamo nemico dentro di noi e diamo il giusto valore e riconoscimento a ciò che è li, sempre dentro di noi .
P.S. L’ argomento è indubitabilmente più vasto e articolato. Chi fosse interessato ad ulteriori approfondimenti può tranquillamente contattarmi sul sito o tramite email.
Sarò lieta di poter rispondere alle vostre domande di approfondimento e sciogliere eventuali dubbi